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Saponaro Marcello

Testamento biologico
Lo scopo principale di questo mio documento è di salvaguardare la dignità della mia persona, riaffermando il mio diritto di scegliere fra le diverse possibilità di cura disponibili ed eventualmente anche rifiutarle tutte, diritto che deve essere garantito anche quando avessi perduto la mia possibilità di esprimermi in merito.
E questo al fine di evitare l’applicazione di terapie che non avessero altro scopo di prolungare la mia esistenza in uno stato vegetativo o incosciente e di ritardare il sopravvenire della morte.
Io sottoscritto Marcello Saponaro

nato a Milano

il 12 luglio 1970

nella pienezza delle mie facoltà fisiche e mentali,

dispongo quanto segue:

Qualora fossi affetto:
da una malattia allo stadio terminale,
da una malattia o una lesione traumatica cerebrale invalidante e irreversibile,
da una malattia implicante l’uso permanente di macchine o altri sistemi artificiali e tale da impedirmi una normale vita di relazione,

non voglio più essere sottoposto ad alcun trattamento terapeutico.

Nelle predette ipotesi:
qualora io soffra gravemente dispongo che si provveda ad opportuno trattamento analgesico pur consapevole che possa affrettare la fine della mia esistenza;
qualora non fossi più in grado di assumere cibo o bevande, rifiuto di essere sottoposto a idratazione o alimentazione artificiale;
qualora fossi anche affetto da malattie intercorrenti (come a mero titolo di esempio: infezioni respiratorie e urinarie, emorragie, disturbi cardiaci e renali) che potrebbero abbreviare la mia vita, rifiuto qualsiasi trattamento terapeutico attivo, (a mero titolo di esempio: antibiotici, trasfusioni, rianimazione cardiopolmonare, emodialisi).

Sempre nelle predette ipotesi:
Rifiuto qualsiasi forma di continuazione dell’esistenza vegetativa dipendente da apparecchi biomedicali.

Detto inoltre le seguenti disposizioni:

il mio corpo può essere donato per trapianti; (scegliere l’opzione)
il mio corpo può essere utilizzato per scopi scientifici e didattici. (scegliere l’opzione)
In fede

Marcello Saponaro

Dalmine, 9 febbraio 2009

2 Risposte

  1. Caro Marcello, ho pubblicato il comunicato stampa sul mio sito web http://www.giustiziaquotidiana.it e, in attesa che il sito sia pronto ho sottoscritto il mio testamento biologico a questo link:
    http://www.giustiziaquotidiana.it/dblog/articolo.asp?articolo=1399

  2. Sì, bene, bravo, perfetto.
    Ma se rimani coinvolto in un incidente stradale e finisci al pronto soccorso i medici che tentano di salvarti la vita possono farti un intervento chirurgico (e l’intevento chirurgico in genere richiede di mettere più di un tubo di qua e di là), portarti in coma controllato magari, oppure devono lasciarti crepare?
    Sai, non è che i medici si divertono a tenere in vita i morti, non è che lo sai prima che cosa succederà al paziente. C’è anche gente che, con grande fastidio di alcuni, si salva la pellaccia, pur rimanendo con una disabilità.

    E, se ti lasci operare e intubare, mentre si aspetta che tu ti riprenda coscienza vuoi essere lasciato morire di inedia, senza alimentazione né idratazione? Insomma, i medici il loro lavoro secondo il loro giuramento lo devono fare oppure devono prendere atto che tu, che non sei in grado di esprimere una volontà attuale, non vuoi essere curato?
    Lo capisci che con le ipotesi che hai snocciolato con termini professorali non hai circoscritto niente? “Invalidante”, “irreversibile”. Ma secondo chi?
    Qui qualcuno crede che con il testamento biologico si possa saltare l’ostacolo a piè pari, quando invece rimangono esattamente tutti i problemi di prima. Bisogna rendersi conto di cosa si sta parlando e di come si arriva a certe situazioni.

    Tra l’altro questo moltiplicarsi di “testamenti biologici” fatti a scopo propagandistico mi sembra una smargiassata, una mancanza di rispetto verso sia i medici sia gli infermi. Non è un caso se chi vive o ha vissuto condizioni estreme di infermità dà risposte molto diverse da chi deve esprimersi sull’argomento mentre fa tranquillamente la spesa e va a lavorare.

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